
Il fenomeno del fast fashion continua a influenzare le scelte di acquisto dei giovani, in particolare tra i ragazzi di età compresa tra 11 e 14 anni. Questo modello produttivo, caratterizzato da abbigliamento trendy a prezzi accessibili, ha attirato l’attenzione di famiglie e adolescenti, ma solleva interrogativi significativi riguardo alla sostenibilità e all’impatto ambientale. Un’indagine condotta nel 2025 tra 251 studenti di una scuola ha rivelato risultati interessanti sulle loro abitudini di consumo e sulla consapevolezza riguardo alle conseguenze della moda veloce.
Il fast fashion e le scelte dei giovani
La ricerca ha messo in luce come il fast fashion sia diventato un punto di riferimento per molti ragazzi. La frase “Bello, lo voglio!” è diventata il mantra di una generazione che, grazie a un semplice click o a una visita nei negozi, può trasformare i propri desideri in acquisti immediati. Più della metà degli intervistati ha dichiarato di acquistare frequentemente da marchi di moda veloce, con una frequenza che varia da una volta alla settimana a una ogni tre mesi. Le motivazioni principali per tali acquisti sono state identificate nel seguire le ultime tendenze (34,8%) e nel risparmiare (33,6%).
Tuttavia, è emerso che molti ragazzi non sono pienamente consapevoli delle conseguenze ambientali legate a queste scelte. Circa il 73% degli studenti non conosceva il livello di inquinamento generato dal settore della moda veloce, né il volume di rifiuti e le emissioni di gas serra associati a questo tipo di produzione. La moda veloce è stata riconosciuta come una delle industrie più inquinanti al mondo, ma solo una piccola parte degli intervistati era a conoscenza di questo dato cruciale.
Consapevolezza e desiderio di cambiamento
Malgrado la scarsa conoscenza riguardo all’impatto ambientale, il 74,1% dei ragazzi ha dimostrato di essere informato sulle problematiche legate allo sfruttamento del lavoro minorile nel settore della moda. Questo dato suggerisce una certa sensibilità verso le questioni etiche, ma il desiderio di cambiare le proprie abitudini di consumo si scontra con la realtà economica. Infatti, oltre il 39,4% degli studenti ha espresso la volontà di adottare scelte più sostenibili, ma il 40,2% ha risposto che ciò dipenderebbe dai costi e dalla disponibilità dei prodotti.
Queste risposte evidenziano un paradosso: nonostante una maggiore consapevolezza del problema, le pressioni economiche e le mode continuano a influenzare le decisioni di acquisto. La domanda che rimane è se la semplice conoscenza sia sufficiente per promuovere un cambiamento reale nelle abitudini di consumo dei giovani.
Possibili soluzioni per un consumo responsabile
Per affrontare il problema del fast fashion, una strategia potrebbe essere quella di incentivare l’acquisto di abbigliamento usato. Solo il 12% degli intervistati ha dichiarato di praticare frequentemente lo shopping di seconda mano. Rendere più accessibili i prodotti sostenibili, abbassando i loro prezzi e promuovendo un modello di consumo responsabile, potrebbe contribuire a una maggiore adozione di pratiche più etiche.
In questo contesto, è fondamentale stimolare una riflessione tra i giovani riguardo alle loro scelte di moda. La consapevolezza dell’impatto ambientale e sociale del fast fashion è un primo passo, ma è necessario accompagnare queste informazioni con azioni concrete che possano realmente cambiare il modo in cui i ragazzi si approcciano all’abbigliamento. La sfida rimane aperta: come trasformare la consapevolezza in azioni efficaci e durature?